Aspettando le stelle – Carola Helios

Aspettando le stelle

Autore: Carola Helios. Scrittrice pontina, completa gli studi da autodidatta e la passione la porta a prendere in mano la penna e dedicarsi alla narrativa.

Editore: Caravaggio

 

Beatrice è una donna anziana ma la sua memoria è viva e i suoi ricordi sono lucidi e presenti. Assorta nei pensieri ci fa ripercorrere la sua vita.

La sua giovinezza non è avvenuta in un periodo facile, siamo negli anni 50 del dopoguerra italiano.
C’è  la povertà, c’è il dolore che tutti si portano dentro, fatto di lutti e miseria, c’è la devastazione e la paura.
Milena, Corinna, Giada e Dora, Amerigo e Michele, nonno Augusto, e tanti altri di una bella e grande famiglia, lavoratori, gente per bene.
“…eravamo belli, forti, ci sentivamo quasi onnipotenti”
La guerra ha lasciato un clima scoraggiato, timoroso e stanco; sentimenti viziati e logori.
Ma un germe di rinascita si annida però negli animi, soprattutto nei giovanissimi che forse hanno vissuto il conflitto con meno coscienza. Beatrice vive con la sua famiglia a Colleferro ma è profondamente legata agli zii che vivono in campagna, a S.Giorgio a Liri
” In quel paesino non ancora toccato dal boom economico tante case portavano ancora i segni visibili della guerra: le tante case diroccate, occupate solo dalle macerie, erano perfette per giocare a nascondino…”
Qui Beatrice si rigenera, assapora la purezza di quell’ambiente, assorbe l’amore schietto e semplice dei parenti.
Vi trascorre l’infanzia e l’adolescenza, stringe amicizie, si innamora, soffre e cresce fino a diventare una donna adulta.
Il racconto ci accompagna per circa 20 anni; anni cruciali per l’Italia in cui si assiste ad una vera rivoluzione sociale e culturale e Beatrice li vive in pieno.
Assaporiamo la genuinità della vita contadina, gli impegni che segnano la sua formazione universitaria ed il rigore del suo lavoro.
Beatrice ci travolge con il suo amore sfortunato per Marco, quello fulmineo per Valerio, entrambi che la fanno vacillare, la confondono.
Sempre in cerca di un equilibrio, trova però energia tra sue radici, traendone benefici.
Beatrice non dimentica il suo passato perché noi siamo la nostra memoria, siamo ciò che sono stati i nostri cari, anche quando ormai non ci sono più e sono stelle che ci vegliano.
Si fa chiaro davanti a lei il suo destino professionale, grazie anche alle parole ed al conforto di una figura preziosa che incontra nel suo percorso universitario, padre Antonio.
Nessuno è indispensabile ma siamo tutti ugualmente importanti. Ci sono tante persone bisognose ed ognuno di noi nel suo piccolo può fare qualcosa. Queste parole sedimentano nell’animo della ragazza e la rendono tenace e pronta per gli studi di medicina.
Così attraverso un percorso di ricostruzione di sé Beatrice trova la serenità, congiungendo con un ponte di stelle  il passato  al suo presente e tenendo stretto al cuore il ricordo di Marco in cui riusciva a scorgere un senso di solitudine che le era familiare.
Attraverso  questo breve ma intenso romanzo l’autrice riesce a trasmette numerose emozioni ed a suscitare varie riflessioni.
L’importanza della cultura contadina  da cui tutto si origina,  della famiglia, dell’amore vero, quello che penetra nel midollo che ti tiene come una morsa, che non ti abbandona mai e soprattutto la memoria delle nostre radici, sono gli aspetti più salienti del romanzo.
Una storia semplice di gente comune, fatta di sentimenti puliti e legami sinceri. All’inizio di ogni capitolo la scrittrice ci regala un haiku che rende poetico e delicato il racconto.
Complimenti a Carola Helios per saper raccontare con freschezza e limpidità uno spicchio di storia del nostro paese usando sentimenti veri ed intensi.
Consigliato agli amanti di quella narrativa italiana che ci racconta di noi e del nostro passato, senza però essere appesantita da riferimenti storici impegnativi; adatto ai giovani per ritrovare un pezzetto di vita delle generazioni precedenti senza luoghi comuni o retorica, adatto anche ai meno giovani che vogliono rileggersi e ricordare con un pizzico di malinconia quello che erano e così intravedere quel ponte che tiene unite le stelle che non ci sono più a chi è rimasto nel presente.
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